Il Sydney Opera House, teatro dell'opera situato in una piccola penisola al centro della città di Sydney, e più precisamente su un molo al centro del porto, è la costruzione architettonica più famosa dell'Australia e conosciuta in tutto il mondo.
La struttura, patrimonio mondiale UNESCO dal 2007, si sviluppa attorno a una lunga e stretta baia e poggia su una grande piattaforma in granito lunga 185 metri e larga 120. Il teatro di Sydney ospita più di 2.000 spettacoli l'anno che accolgono circa un milione e mezzo di spettatori.
Internamente è composta da più di mille tra sale concerto e stanze per altre attività, le principali sono:
Avendo bisogno di una struttura in grado di definire l'identità del Paese a livello nazionale e mondiale, nel 1958 il governo decide per la costruzione di un edificio autorevole: un Teatro dell'Opera da collocare nella baia di Sydney. Viene lanciato così un concorso mondiale, occasione per professionisti del settore di entrare nella storia del design e dell'architettura mondiale.
Tra oltre i 200 candidati, il visionario progetto dell'architetto danese Jørn Utzon viene scartato insieme ad altri e poi recuperato da un membro della giuria che non aveva partecipato alle prime fasi di selezione del concorso. Il giudice comprende la portata innovativa del disegno e inizia così a far pressione sul resto dei giudici per decretarne la vittoria.
Il controverso progetto di un danese vince il concorso per l’Opera House
Questo riportarono i titoli dei giornali!
All'epoca Jørn Utzon è un giovane architetto che si rivelerà ben presto un vero e proprio genio del design e progettista cosmopolita in grado di unire l’attenzione tipica nordica per le tematiche ambientali e i valori sociali con i principi del design dell’architettura storica di paesi come Messico, Giappone e Cina.
Nel 1958 il cantiere del Sydney Opera House vede la sua apertura nonostante la disapprovazione di Utzon il quale aveva predisposto soltanto un progetto architettonico, come chiedeva il concorso, e non un progetto esecutivo. Molte questioni strutturali sono ancora irrisolte: i disegni del progetto sono poco più che disegni preliminari.
Il problema più grande riguarda la costruzione e il peso del tetto a forma di conchiglia: insieme alla società di ingegneria Arup, Utzon realizza plastici e calcoli matematici, utilizza persino uno dei primi computer alla ricerca di una soluzione per le vele.
Quella della forma a guscio sferica è la soluzione finale di una ricerca che è passata per la presa in esame della forma parabolica e poi ellissoidale, e che si è conclusa sbucciando un'arancia.
Il mito vuole infatti che Utzon sia stato "ispirato" proprio dall'atto di sbucciare il frutto nella risoluzione al problema.
La svolta principale è stata scoprire che i gusci potevano essere ricavati tagliando la superficie di una sfera.
I gusci sono costituiti da circa 2.400 costole prefabbricate di calcestruzzo, che formano le volte, allineandosi a coppie. Le piastrelle esterne di rivestimento posteriore e laterale sono circa 1 milione, mentre il lato principale delle vele è costituito da vetrate, e il punto più alto della struttura è di 67 metri di altezza sopra il livello del mare. Il resto della facciata è ricoperto da pannelli di granito rosa.
Nel 1965, concluse le vele con la soluzione dei gusci sferici, si passa alla costruzione degli interni del teatro, fase alla quale Utzon non assiste. Fattori concomitanti quali i costi spropositati dell'edificio e il nuovo governo che insiste per imporre sempre più le proprie decisioni sul progetto, portano Utzon a dimettersi, vedendosi relagato a poco più di un consulente subordinato nell'intero progetto di costruzione.
I lavori per gli interni del Sydney Opera House procedono quindi non tenendo conto delle indicazioni e del progetto di Utzon: molti riterranno infatti imperfetta l'acustica del teatro.
Dopo 15 anni, nel 1973, il Sydney Opera House viene inaugurato dalla regina d’Inghilterra Elisabetta II e l’edificio considerato fin da subito una meraviglia dell'architettura moderna.
A mancare, il giorno dell’inaugurazione, è “solo” il padre dell'opera grazie alla cui progettazione riceve nel 2003 il premio Pritzker, il più prestigioso premio nel mondo dell’architettura.
Ho separato i due teatri e sotto vi ho disposto questa grande piattaforma che si inserisce meravigliosamente nella penisola, riprendendo l’effetto della passeggiata lungo il Sydney Harbour. La sensazione che si prova nel sedersi su una grandiosa scalinata è quella di liberarsi della quotidianità. Alla Opera House di Sydney ho creato questa grande scalinata larga 100 metri, e la piazza in cima è diventata un luogo importante in cui si ha la sensazione di essere in un altro mondo.
Nel 1999, esattamente ventisei anni dopo l'inaugurazione, Utzon viene chiamato per pensare dei principi di riprogettazione per il futuro degli interni, al fine di garantire un'integrità architettonica all'opera in continua evoluzione. Insieme a questi principi realizza la Utzon Room, sala per piccoli eventi quali concerti e conferenze stampa.
Uno delle tante particolarità del Sydney Opera House è che, non possedendo un lato principale, lo si apprezza da qualsiasi punto della città come struttura di gusci che emergono spontaneamente dal fondo del mare, e non come un edificio estraneo rispetto allo spazio che occupa.
Il Sydney Opera House è considerato non solo un capolavoro di architettura del ventesimo secolo dell'Australia, ma una vera e propria opera di innovazione architettonica riconosciuta a livello mondiale e storico.
Photo Credits: foto di Erica Galeazzi
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